Il sistema preventivo di Don Bosco

Don Bosco e i suoi ragazziE’ il metodo che i Salesiani usano nell’educazione dei giovani. E’ una invenzione di Don Bosco, che la derivò dalla spiritualità di S. Francesco di Sales, da cui il nome di salesiani, il santo dell’equilibrio, della serenità, del garbo nel trattare, dell’amorevolezza, dei modi umani e cordiali, della gioia.
Di questo metodo educativo Don Bosco non scrisse un trattato: non è un pedagogista Don Bosco e neppure un pedagogo, solo un educatore di giovani. Scrisse solamente un opuscolo, che condensava le parole dette a Nizza nel 1877, all’inaugurazione del Patronage di Saint Pierre di quella città.
Ascoltiamolo: “Più volte fui richiesto di esprimere verbalmente o per iscritto alcuni pensieri intorno al cosiddetto Sistema Preventivo, che si suole usare nelle nostre case […]. Credo opportuno qui darne un cenno, che sarà poi come un indice di un’operetta che vo preparando”. Questa operetta sarà effettivamente quell’opuscolo, di cui si è detto sopra. Il discorso sul metodo educativo sarà però nella vita dell’Oratorio di Don Bosco un ritornante discorso ai suoi figli educatori, scelti tra gli stessi ragazzi dei primissimi anni dell’Oratorio di Valdocco a Torino. E più che un discorso sarà il modo di vivere tra i giovani, in cortile, nella scuola, nella chiesa, nelle ricreazioni, nelle passeggiate, nelle recite, nelle premiazioni, nelle feste, nei rari castighi, nello studiare e nel lavorare, sempre in allegria, l’allegria, il segreto di Don Bosco e dei Salesiani.
Continuiamo ad ascoltare Don Bosco: “Due sono i sistemi in ogni tempo usati nella educazione della gioventù: Preventivo e Repressivo. Sistema Repressivo consiste nel far conoscere i trasgressori ed infliggere, ove sia d’uopo, il meritato castigo […]. Diverso, e direi opposto, è il sistema Preventivo. Esso consiste nel far conoscere le prescrizioni e i regolamenti di un Istituto e poi sorvegliare in guisa che gli allievi abbiano sempre sopra di loro l’occhio vigile del Direttore o degli assistenti, che come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli e amorevolmente correggano, che è quanto dire: mettere gli allievi nella impossibilità di commettere mancanze.
Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e sopra l’amorevolezza […].
Il sistema Repressivo può impedire un disordine, ma difficilmente farà migliori i delinquenti […]. Il sistema Preventivo rende avvisato l’allievo in modo che l’educatore potrà parlare con il linguaggio del cuore sia in tempo dell’educazione, sia dopo di essa. L’educatore, guadagnato il cuore del suo protetto, potrà esercitare sopra di lui un grande impero, avvisarlo, consigliarlo, e anche correggerlo allora eziandio che si troverà negli impieghi, negli uffici civili e nel commercio”.
Questa è la magna charta della pedagogia dei salesiani, il concetto che occorre guadagnare il cuore dei giovani per esercitare una efficace opera educativa, dando al cuore i diversi significati che può assumere nei contesti più vari. Don Bosco soleva ripetere che l’educazione è un fatto del cuore. Non si educano i giovani se non li si ama. Amare le cose che i giovani amano e i giovani ameranno le cose che gli educatori amano.
I tre pilastri dell’educazione salesiana sono la ragione, che poi è la ragionevolezza, senza gli irrazionali modi di imporre, di reprimere, di castigare; la religione, che per Don Bosco era lo scopo primario, e che nei figli di Don Bosco è diventato dopo un secolo e mezzo di tempo, educare ai valori fondamentali della vita, curare la formazione umana, secondo i criteri della libertà, della solidarietà, della dignità personale, della sensibilità agli altri; amore è il terzo pilastro dell’educazione salesiana, che è detto in modo più espressivo, completo e comprensibile col termine di “amorevolezza”, espressione sempre ricca di un contenuto attuabile anche in tempi tanto diversi dai tempi di Don Bosco.
Quale è il segreto fondante il metodo educativo di Don Bosco?
La presenza in mezzo ai ragazzi, sempre in qualsiasi posto, in qualsiasi circostanza; una presenza amabile, attenta, gradita. Necessaria.
Don Bosco diceva assistenza. I salesiani cercano di stare sempre in mezzo ai ragazzi, di assistere, di essere presenti, anche quando questa presenza è resa difficile dagli impegni che si sono moltiplicati e si sono complicati, con il complicarsi stesso della vita quotidiana.
Già Don Bosco metteva in guardia i salesiani nel 1884, scrivendo loro da Roma una famosa lettera, il cui contenuto era ed è che senza la presenza, senza l’assistenza vigile e attenta tra i ragazzi l’opera della educazione è monca, se non addirittura svuotata di sostanza.